Il giorno 24/05/16 dalle 18:30:00 alle 20:00:00
Viale Premuda 27,20129 Milano
Arte Spettacolo : Mostra Personale di " Francesco Rinaldi"
Il segreto della pittura di Francesco Rinaldi è da cercare nelle cose non dette, anche quando nella distesa in superficie dell’opera la realtà sembra legata alla visione del quotidiano, soprattutto ai paradigmi di una logica stabilizzata e tutta spiegata fin nei minimi particolari. Ma come si sa la più alta ragione confina con la non ragione, mentre la stabilità esterna, che per un certo verso concilia la stasi psichica del riguardante, non completa la lettura dell’opera, che invece si realizza nella ricerca del “segreto†interno alle cose non dette: condizione di movimento e perciò spiegamento di un ordine più diverso e dinamico.
Non si tratta di una contraddizione, ma di una plusvalenza di motivazioni che si concludono -è stato detto- nella stabilità del reale “che non si muove†(il sofà , i peperoni, il gatto, la luna), anche nella continua scoperta dei significati in divenire, ai quali attribuire l’adeguata equivalenza, nonostante il conflitto tra detto e non detto, tra stasi e movimento, tra concetti simbolici e contenuti reali. Diceva Duchamp che “non si valuta a parole il contenuto o il valore di un quadroâ€. Ma d’altra parte non si dovrebbe usare il linguaggio dell’uomo per trascendere la sua esperienza. Del resto l’arte -come ci conferma l’opera complessa di Rinaldi- ha usato la convergenza di elementi e concetti diversi in un’unica forma espressiva, in cui le scoperte della genialità dell’uomo convergono “nelle zone misteriose del subcoscienteâ€, diceva Marinetti.
Dopo avere infatti premesso nel supplemento del manifesto della letteratura che è impossibile determinare esattamente il momento in cui finisce l’ispirazione e comincia la volontà lucidaâ€, Marinetti confermava che “lo spirito creatore si libera ad un tratto dal peso di tutti gli ostacoli†e diventa -a seguito di “parecchie ore di lavoro accanito e pensoso†- “la preda di una strana spontaneità di concezione e di esecuzioneâ€. E concludeva con un’immagine simultaneista che, mentre stabiliva il principio della convergenza-divergenza tra il caso e la volontà , tendeva alla liberazione delle energie trattenute nel sub cosciente e risolutive delle contraddizioni: “La mano scrive senza staccarsi dal corpo e si prolunga in libertà assai lungi dal cervello, che, anch’esso in qualche modo staccato dal corpo è divenuto aereo, guarda dall’alto, con una terribile lucidità , le frasi inattese che escono dalla pennaâ€.
La pittura di Rinaldi, pur tenendo conto delle regole semiologiche del quotidiano, ha spiazzato i significati rispetto alla logica delle parole usuali e ha lasciato affiorare le “frasi inatteseâ€, ovvero quella follia o se vogliamo l’hasard che si nasconde nella verità ipostatica delle cose.
Non si tratta soltanto di una rappresentazione illusoria della realtà -anche se il trompe-l’oeil, con il suo “sembra veroâ€, concorre a stabilire una identità tra l’ideale e il materiale- ma dell’approfondimento dei significati emergenti dai labirinti del profondo, in cui il vedere e il sentire hanno un’eguale matrice creativa.
Arte Spettacolo : Mostra Personale di " Francesco Rinaldi"
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